Naima Morelli

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Tag "national gallery"

AmandaHeng

My interview with the wonderful Singaporean artist Amanda Heng has just been published on the new webmagazine D_Railed.

Amanda Heng’s work has been seminal in the development of Singaporean contemporary art and resonate with art viewers from all walks of life. Along with her production she greatly contributed to the growth of the Southeast Asian scene and the cultural discourse in the region by setting up initiatives and groups.

Interviewing Amanda Heng was a blast. She is a strong, inspiring figure and yet gentle and friendly. In the original hour and a half long recording of the interview we talk about many different topics. In this piece though I have decided to focus mainly on her perspective on Singaporean culture and the local art scene. I thought this was the best solution for someone who isn’t familiar with the context in which the artist operates.

The interview is part of my reportage on Singapore contemporary art, and part of the foundation for a book on the same topic I’m currently working on.

A few words on the magazine; D_Railed has been just founded by colleague and friend Deianira Tolema, a talented writer working between New York and Naples. I greatly admire her determination in realizing everything she put her mind to do and I’m honoured to be part of her team from the start!

Here is the link to the piece

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SriAstari

Hong-Kong webmagazine Cobo has just published my interview with Indonesian artist Sri Astari Rasjid. Astari’s art is a great take on Javanese traditions and is highly empowering, a true elevation of the gutsy girl and the strong woman. I have admired the artist for a long time and it was great to get to talk with her.

Here is the link to the interview

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FendryEkel

The Hong-Kong based magazine Cobo has just published my interview with artist Fendry Ekel. Ekel moved from Indonesia to the Netherlands in the ’80s, where he studied art mentored by top-notch artists such as Luc Tuymans and Michelangelo Pistoletto.

Growing up in a family with a military background, for Ekel being an artist was an intentional choice. Painting is his medium of selection, and he is aware that the visual and conceptual aspects of an artwork go hand in hand. In his recent solo show “1987” at Galeri Nasional Indonesia, Fendry Ekel recreated a mental journey of the mankind through a series of monumental paintings.

Here’s the link to the interview
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Alcune volte è difficile parlare di un quadro, o anche solo di uno schizzo incompleto, specialmente se l’autore non è il ritrattista di Piazza Navona ma Francis Bacon, quindi uno degli ultimi agenti tellurici della pittura, magnitudo 8 sulla scala Richter.
Volendo citare gli autorevoli anonimi dei baci perugina, o chissà quali pubblicitari malpagati al soldo di qualche prodotto da vendere alle masse emotive: “Le parole non bastano a descrivere un’emozione”

Diciamo subito invece che i movimenti della performance di Forsythe sono evocativi già di per sè, anche senza riferimenti di sorta; la gabbia, il prigioniero e il ribelle.
Se non ci fosse stato il disegno di Bacon a veicolare l’interpretazione, avremmo tutti potuto interpretare la coreografia sul fondo bianco come La Ricerca.
La Ricerca continua e spasmodica dell’artista del filone da esplorare, di un senso da trovare, una linea da inseguire. Questo divincolarsi nel mondo e contorcersi alla ricerca della verità, acchiapparla solo per un attimo, fuori dal limitato spazio vitale assegnatogli, e poi persa ancora, e ancora inseguita. Su uno, anzi tre, visti da tre punti di vista diversi, maxischermi, invece che al volante di un’automobile a cercare “la cosa” come dice Dean Moriarty in “Sulla strada”.

Ma stavolta ancora prima del disegno (trattasi di un autoritratto di Bacon , così come indicato sulla targhetta, o del ritratto incompleto del suo amante George Dyer), riprodotto in una teca alle spalle dei tre schermi, è il titolo a fungere da chiave interpretativa.
L’opera si chiama: “Retranslation”.

Vi siete mai innamorati tanto di qualche opera d’arte tanto da averla voluta fare voi?
Probabilmente, se sei un’artista, non puoi limitarti a guardarla, ti sentirai sempre separato da tanta bellezza, o se non è bellezza è di certo qualcosa di conturbantemente bello, e ti senti in dovere di farne qualcosa – copiarlo d’altronde ti sembrerebbe inutile, sterile. E allora, con il vocabolario del proprio linguaggio artistico, lo si traduce. Tradotto nel proprio universo poetico, nel proprio tempo; mettete via quel Garzanti, stavolta ci affideremo all’ultima edizione del Peter Welz – William Forsythe.
Compito in classe alla Galleria D’arte Moderna di Roma, oggi si traduce Bacon.

Due parole sui traduttori, in combutta dal 2004; il tedesco Peter Welz è uno scultore e video artista, concentrato sul corpo e sul suo movimento (da vedere anche la personale dedicatagli dalla Galleria Fumagalli di Bergamo, dal 10 ottobre al 30 novembre), l’americano William Forsythe è invece uno dei più famosi coreografi contemporanei. Questa loro opera, esposta alla GNAM dal 3 ottobre, Giornata del Contemporaneo, è già transitata nel 2006 nelle stanze del Louvre di Parigi dove ha ricevuto un’entusiasmante accoglienza.

Trattasi di tre schermi di tre metri e mezzo per cinque, come grandi tele, sulle quali, inquadrato da diverse angolazioni, si agita il performer Forsythe, munito di scarpe con la punta in mine di piombo tali da lasciare tracce dei propri movimenti sul pavimento bianco. Gli itinerari tracciati da Forsythe riprendono perfettamente il dinamismo delle linee nello schizzo di Bacon, in una visione estremamente coinvolgente.
Una ritraduzione che mescolando sinesteticamente danza, pittura e video attende perfettamente all’idea di arte espressa da Bacon: “Nessuna illustrazione della realtà, ma creare immagini che siano un concentrato della realtà e una stenografia della sensazione”
E al diavolo gli anonimi dei baci perugina.

Naima Morelli

 

Pubblicato su Teknemedia 2009

 

PETER WELZ / WILLIAM FORSYTHE
Retranslation|
Final Unfinished Portrait (Francis Bacon)|figure inscribing a figure
3/25 ottobre 2009
Galleria nazionale d’arte moderna
Viale delle Belle Arti, 131

 

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