Naima Morelli

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Potrebbe essere solo una posa, questo è vero, ma d’altronde quando si sceglie di fare l’intellettuale alternativo e ci si riesce pure, non è  categoricamente ammesso soddisfare le legittime aspettative di nessuno, né del più accanito fan né del più severo critico.
Infatti, ecco che vediamo che quanto più i critici musicali e gli ammiratori si accaniscono a dare del “poeta” al proprio beniamino, con la chiara intenzione di fargli un complimento, tanto più il beniamino stesso rifiuta sdegnoso la definizione.

A parte il fatto che i fan non hanno un minimo di buon senso; basti pensare che chiamano poeta pure Ville Valo degli HIM che certo, come musicista sa il fatto suo, sicuramente ha un’ugola d’oro, senza ombra di dubbio è un gran bel ragazzetto, ma in quanto a ispirazione omerica stiamo messi male. Chiariamoci: niente in contrario a continuare ad utilizzare i soliti ritriti concetti legati a amore e morte e farlo anche in maniera abbastanza banale, e d’altronde lo stesso cantante degli HIM non ha mai avanzato nessuna pretesa, quindi il problema non si pone per nessuno! Insomma, chissenefrega se sotto i video di YouTube le ammiratrici in fregola, solitamente ragazzine che non superano i diciannove anni, scrivono di Ville “Che uomo, che poeta” (“com’è sexy” “me lo farei proprio” etc. etc.) , problemi loro, quelli sono i loro orizzonti, probabilmente lo scrivono anche di Bill Kaulitz sotto i video dei Tokio Hotel (dove ad ogni “che uomo” segue un’inevitabile, oramai prevedibile “Perché? E’ un’uomo?”), ma di questo non sono sicura perché francamente non ho mai sentito l’esigenza di andare vedere un video dei quattro marmocchi tedeschi.

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