Naima Morelli

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Tag "mare"

Rome

We have seen plenty of celebrations of the sea. The only subject that is as hackneyed as the sea is the sky. And love.
But really, to be innovative is not to talk about a new subject for the first time. To be innovative is to be able of talking about a corny subject in a new, or personal or moving way.
If you are a musician, go ask Ivano Fossati about it. If you are a painter, ask Piero Guccione. If you are a photographer, do what Monitor Gallery did. Go ask Antonio Rovaldi.

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Per due giorni all’anno Eduardo De Martino, riprende i pennelli, li intinge nell’olio di lino, misto a due gocce di essiccante per essere sicuro di rispettare i tempi, e comincia a dipingere.

E’ ormai anziano, centenario, il suo animo è pacificato, basta incrociatori, corazzate, corvette e fregate, stavolta il suo è un quadro “in fieri”, dove con una campitura cerulea crea il cielo, e tuffandosi nel turchese lo distacca dal mare. Poi pennellate leggere di bianco titanio, tic tic, come in un minuetto, e si materializzano delle piccole vele, nel picchiettare una virgola rossa, è Fara, e questo è il Trofeo De Martino, un dipinto che dura circa 4 ore, nasce e scompare in due giorni, ma rimane molto più a lungo nella memoria emotiva dei suoi partecipanti e di coloro che, affacciati dalla costa alta e rocciosa, ne osservano la leggera poesia.

Le imbarcazioni dipinte da De Martino, si trovano nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo, coerentemente alla vita di un uomo che ha percorso come decoratissimo ufficiale di marina e come ispiratissimo pittore le rotte che da Meta di Sorrento conducono all’Inghilterra e al Sudamerica.

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Sarà anche inserita all’interno del Festival Internazione della Fotografia di Roma, ma la mostra “Il teatro dell’effimero”, comprensiva di più di trenta scatti che ripercorrono l’attività di Giuseppe Desiato dal ‘60 al ‘78, è molto di più.

Forse.
Ecco, la prima impressione è di smarrimento.

Bisogna prendere le foto esposte per fotografia vera e propria, imbattendosi così in istantanee strappate ad un mondo onirico, oppure bisogna vederle come documentazione delle perfomance messe in scena da Giuseppe Desiato?
E’ questo il bello, e forse si tratta proprio la stessa cosa di cui ci parlano le donne, gli uomini, i bambini e i manichini un po’ sfocati dentro le loro cornici: la fluidità delle cose.

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