Naima Morelli

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“Nothing’s happened since Yesterday – Due artisti da Melbourne” is going to open tomorrow at Galleria 291est in Rome and we are super-excited. These days have been pretty busy for exhibiting artists Georgina Lee and Kenny Pittock; I dragged them to gallery and vernissage all over Rome, yesterday we had a talk at the Art Academy (pics soon on this blog) and most importantly they have installed their work in the gallery. On the second day both artists showed up at Galleria 291est sporting “I love Rome” t-shirts. Kenny was so in love with his t-shirt to the point that he refused to change it even for the ultra-posh opening in Villa Medici, the French Academy. That’s the best part of being an artist after all, you can wear whatever the hell you want and no one can tell you anything!
The whole setting-up process has been filmed by Mauro Piccinini of Hour Interview, a great video series that catches snippets of artists’ working day. I’m super curious to see the result! If you are in Rome in these days, come visit us for the opening tomorrow!

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dipelino

The Italian web magazine Art a Part of Cult(ure) has just published my review of Martina Angius’ exhibition “Ordine” curated by Donato Di Pelino at Muga Gallery, Rome.

Here the link to the review

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deblauwer

The Italian web magazine Art a Part of Cult(ure) has just published my review of the Katrien de Blauwer’s exhibition “Where will we hide” at Galleria 291 est, Rome.

Here you are the link to the review

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La scimmia, animale ancestrale, sommo enigma più volte rappresentato dallo stesso Sergio Ragalzi (un grosso dipinto rappresentante il primate misterioso occupava lo stand della Galleria Delloro alla recente Roma Road to Contemporary Art), deforma anche il volto di queste venti sfingi in via del Paradiso.

Non più umani con il corpo felino, ma maestose sagome con il volto di scimmia, stagliate contro i colori di un deserto puramente mentale, creato apposta per un Indiana Jones o un Corto Maltese, o per qualsiasi altro Edipo viaggiatore dei nostri tempi o di quelli futuri, pronto a sedersi di fronte a lei, silohuette contro silohuette, lasciandosi porre questi indovinello.
Eppure, come il boa del piccolo principe, le sfingi di Ragalzi hanno inghiottito qualcosa che non gli appartiene, fino a diventare un tutt’uno con essa, in un rapporto di precisa identità.
E’ una bomba, il missile intelligente e distruttivo, quell’orrore prodigioso dall’intelligenza matematica. Ma cosa potrebbe chiedere il tremendo siluro alle sue vittime?

C’è sempre un quoziente di enigma in queste guerre senza senso, per noialtri a cui non interessa più di tanto il petrolio, se non al momento di fare il pieno. Petrolio del quale pure queste sfingi dal profilo scimmiesco paiono infradiciate come gabbiani nella marea nera.
Sfingi che sono macchie colpevoli, così come è oscura la colpa di Edipo. Scenari da Arabia Saudita, poi Egitto, ma anche Libia; questi dipinti sono un grido che emettono in coro. Gridano: “Inevitabile!”

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