Naima Morelli

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Tag "biennale di venezia"

SEAPavVenice2019

Hong-Kong based website and platform for collectors CoBo Social has just published my review of the Southeast Asian Pavilions at the 2019 Venice Biennale. I looked at the different national propositions with interest and a bit of a critical eye as well.

Here is the link to the review

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LaniMaestro

Even though I have been quite critical of this Venice Biennale as a whole, I still love many of the artists who have exhibited both in the show and in the national pavilions. Lani Maestro, representing Philippines together with Manuel Ocampo, is definitely a favourite. I have been mesmerized by her capacity to unleash the evocative power of language through her neon installations. Cobo has published my interview with her, with the title: “Language Subverting Violence: Lani Maestro at Venice Biennale 2017”.

Here’s the link to the interview

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heridonoweb

My article on Voyage Trokomod, Heri Dono’s work for the Venice Biennale, has just been published on Alias – the special edition of the Italian newspaper Il Manifesto – with the title “Between horse and Komodo dragon – the bestiary between east and west”. It is a great honour for me to contribute to Il Manifesto, which had such an important history! If you live in Italy I recommend you to grab a copy of Alias in the newsstands; this edition is all about the Biennale. I’ll be off to Venice next week and look forward to meet Heri and the curators from the Indonesian Pavilion in Venice.

Here’s the link to the online version of the article

For a thorough introduction to Indonesian contemporary art, have a look at my book (in Italian). Find more about it here.

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Ecco cosa vedete, nascosti dietro al vetro a specchio.
In una stanza metafisica, bianca come uno spazio espositivo, io e l’artista Valentina De’ Mathà ci sediamo ad un tavolo candido, sul quale è adagiato un niveo foglio.
Io scrivo una domanda, e in silenzio passo il foglio a Valentina. Lei scrive la risposta, piega la parte superiore della carta in modo che non sia leggibile e mi ripassa il foglio.
Alla ventesima domanda Valentina si alza ed esce. Anche io faccio lo stesso, ma prima apro il foglio e ve lo attacco, dal verso leggibile, al vetro specchio.

C’è scritto questo:

Cosa c’è sotto?

Il caso che non esiste.

Perché vivi in Svizzera?

All’inizio perché ho improvvisamente sentito la necessità di staccarmi dall’Italia e soprattutto da Roma, verso la quale avevo un attaccamento morboso. Quindi, al culmine di questa morbosità, ho deciso di tagliare il cordone ombelicale e fuggire via senza guardarmi indietro, ma soprattutto perché mi sono resa conto, con estrema lucidità e amarezza, che l’ Italia non sarebbe stata in grado di darmi le opportunità professionali, il sostegno e i confronti di cui avevo bisogno, e che avrei trovato solo viaggiando.

Non era mio obiettivo trasferirmi in Svizzera, anzi, ma dieci giorni prima di partire verso Berlino ho conosciuto Roger Weiss, fotografo svizzero, colui che poi è diventato mio marito.

Ho visto artisti che sulla carta d’identità hanno scritto “artigiano”, tu invece?

Ho solo il passaporto.

L’hai mai persa la carta d’identità?

Mai.

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