Satoshi Hirose, Microcosm, Galleria Umberto di Marino Arte Contemporanea
Continua il sodalizio tra la galleria napoletana Umberto di Marino Arte Contemporanea e l’artista giapponese Satoshi Hirose (cominciato nel 2004 con la personale “Pas au de-là), continua la fusione di linguaggi e culture messe in atto dall’artista come ribellione alla globalizzazione; una fusione creatrice in contrapposizione ad una fusione che appiattisce, confonde, appanna e delude.
Così è tra metafisica e fruizione di un’estetica della leggerezza, che si colloca “Microcosm” l’ultima esposizione di Saroshi Hirose.
“Mi muovo come un viaggiatore, o un vagabondo di cultura, all’interno di culture differenti” dichiara nei suoi Sei memorandum per il prossimo millennio lo stesso artista, indicando in quest’ottica l’arte come spazio astratto privilegiato in cui muoversi liberamente, dove il mix di elementi e culture è permesso. Solo in questa dimensione è possibile concretizzare la tematica che sta più a cuore all’artista: il viaggio attraverso la pluralità.
Viaggio come comunicazione, traduzione e scambio, soprattutto come cambio di prospettiva in un mondo troppo rigidamente predefinito. E’ questo il senso di accostare dettagli apparentemente incongruenti; spezzare la consuetudine, creare nuovi parametri, ampliare i valori umani, catturare la flessibilità stratificata della vita contemporanea e risolvere l’incertezza che relaziona l’individuo al mondo.
La prima istallazione è “Il giardino dei sensi”, un alberello di limoni che si affaccia da una teca di vetro sprigionando un odore inebriante. Il titolo dell’opera è preso in prestito dal libro di Mario Praz, ma in eguale misura potrebbe forse ricordarci i versi montaliani “Qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza/ ed è l’odore dei limoni”, insomma un invito a soffermarsi sulla semplicità e l’autenticità, al di là delle contraddizioni della vita moderna e del suo sfrenato, desolante consumismo.
“Mi interessa scoprire” spiega Hirose “in modo assoluto le possibilità di sopravvivere alle incertezze del mondo fenomenico. Un allontanamento, quindi, dai codici della cultura dominante; una riorganizzazione delle “particelle” (riflessione mutuata da Deluze nei testi sulle teorie di Spinoza) finalizzata alla creazione di un nuovo “microcosmo”, intenzione evidente nell’opera Beans Cosmos, dove elementi poveri come i fagioli si mischiano alla ricchezza di pepitine di oro bianco e al mistero a palline di mappa accartocciata, o ancora il Giardino della Meditazione dove il microcosmo stavolta è costituito da una lampada (la luce) e da zolle erbose (la terra).
Rimescolamento, evocazione, connessioni e associazioni, marmo come acqua e stelle metalliche come pistilli di fiori; così l’arte di Hirose si impone come un nuovo simbolismo al di là delle intuizioni del singolo individuo.
Inaugurazione: 6 marzo 2008
Galleria Umberto Di Marino Arte Contemporanea
via Alabardieri, 1 – Napoli
Quanto sei bella Naima!