Il circo volante di Svjetlan Junakovic
E’ il Palazzo delle Arti di Napoli ad aprire le porte alla prima mostra monografica in ambito italiano dell’artista croato Svjetlan Junakovic.
Fin dal titolo “Il circo volante di Svjetlan Junakovic”si palesano chiari gli intenti ludici dell’artista, la cui opera è stata sempre caratterizzata da un approccio giocoso alla trasfigurazione della quotidianità. La voglia di libertà lo porta ad uno sconfinamento tra materie tematiche e linguaggi differenti, con una strizzata d’occhio ai grandissimi dell’arte del passato (specialmente quelli più vicini alla sua sensibilità; sono infatti ricorrenti riferimenti alla “danza” di Matisse e alle tematiche circensi di Picasso).
La mostra si può grossomodo suddividere in due parti, distinte per stile e tematiche.
Nel primo itinerario viene privilegiata la più libera e svincolata espressione dell’artista, tramite dipinti, sculture e disegni. Caratteristica comune di queste opere è una leggerezza d’intenti e rappresentazione, notiamo infatti un tipo di disegno primitivo ed essenziale dalla linea sottile, quasi un graffito di caverna; stesso discorso per le sculture, figurine impastate come protagoniste di riti d’altri tempi. Il tutto è però coniugato a divertiti e autoironici tentativi di monumentalità e potenza, come emerge chiaramente dalle numerose opere che vedono protagonista un Superman di fumettistica memoria, con un paio d’ali al posto del mantello, alla rincorsa del sogno umano liberatorio per eccellenza: il volo. Allora circo “volante” non a caso, visto che ritroviamo ancora questa tematica nella rappresentazione di commensali che levitano attorno ad un tavolo, come astronauti in mancanza di gravità. In effetti è assai ricorrente questa raffigurazione del tavolo, concepito o come focolare di aggregazione mangereccia, o come luogo dove nasce il disegno, l’atto creativo. Qui tutti i personaggi, almeno tutti quelli maschili, Superman, all’essere umano, il cavallo, la tigre, sono sessualizzati, in un recupero da parte dell’artista di un erotismo pre-adolescenziale, sbeffeggiatorio e liberatorio, quasi a ritrovarsi, con cognizione di causa, un monello che fa disegni sconci sulle pareti della classe.
Il secondo itinerario comprende le illustrazioni dell’artista di libri per bambini. Agli atteggiamenti dei personaggi (soprattutto animali), alla scelta dei colori e alle inquadrature inedite, viene affidato il compito di risvegliare e solleticare l’immaginazione. L’abbandono delle tematiche di anarchia preadolescenziale vengono qui messe da parte a favore di un linguaggio meno stilizzato e più concretamente giocoso e divertito, insomma, la gioia del bambino subentra all’irrequietezza del ragazzetto. Senza poter omettere di menzionare le spassosissime “Caricature di animali comuni famosi”, parodie in versione animalesca di famosissimi ritratti, da Rubens a Piero della Francesca, c’è da dire che proprio con gli animali Junakovic riesce a dare il meglio di sè: le sue volpi minacciose, i suoi cani golosi e i suoi maiali che cercano di imitare i cinghiali, sono veramente espressivi fino alla risata. E’ questa la grande capacità dell’artista: coinvolgere e lasciarsi comprendere immediatamente senza mai cadere nella banalità o dover ricorrere a soluzioni già viste, ma anzi, sperimentando continuamente.
Tutto ciò, volendo citare Palazzeschi, all’insegna di un grandissimo “E lasciatemi divertire!”
Il circo volante di Svjetlan Junakovic
PAN, Napoli
26 marzo 2008