Naima Morelli

Danilo Correale “Goodbye my darling”

“Goodbye my darling”, il titolo dell’ultima mostra del giovane fotografo Danilo Correale, è un titolo fortemente ironico.
Sembra essere un addio un po’ melenso agli anni ’70, e in effetti l’esposizione è focalizzata proprio su quegli anni, ma non quei “mitici settanta” mistificati dalla moda delle passerelle, piuttosto quelli più tipicamente “da giornale”. E’ particolarmente significativo che un artista così giovane analizzi degli anni che non lo hanno coinvolto in prima persona, ed è ancora più interessante osservare il distacco e la pianificazione con la quale conduce il discorso, evitando nostalgie di sorta che sarebbero risultate fin troppo facili.

L’impatto grafico è immediato: attraverso foto di vette di montagna vengono trasfigurati i grafici e le statiche in uno strano connubio economico-onirico, mentre una linea nera corre sulle pareti inseguendo una data, il ’73, l’anno della crisi petrolifera.

Ed ecco allora perché quel “Goodbye” si tratta di un addio mancato, ed ecco perché le sale della galleria Franco Riccardo diventano pulsante centro di attualità: nel 2008 la crisi petrolifera è tornata argomento da prima pagina.

La stanza seguente a quella dei grafici è interamente tappezzata da piccole fotografie di automobili intervallate a disegni (soprattutto acquerelli) che riproducono le stesse vetture, tutte di grande cilindrata, ad alto consumo, macchine che in seguito alla crisi petrolifera del ‘73 per forza maggiore sono dovute sparire dalla circolazione. E così che Correale, in un linguaggio quasi pubblicitario testimonia l’elegia della muscle car community americana, il cedimento di una parte del sogno americano.

Nell’ultima stanza si ci imbatte in tre grandi pannelli che riproducono, accostati fra loro, una fotografia di un rave all’aperto o forse di un concerto punk, stavolta in Italia, a Milano. I protagonisti sono ragazzi dall’aspetto alternativo che ballano con forsennato entusiasmo. La fotografia, che ha già un valore in sé in termini di vivacissima comunicazione, diventa ancora più  eloquente se inserita nel contesto nel quale l’autore si muove: foto dal realismo documentario che però non si prefiggono di catturare il reale o di valere da reportage, ma che diventano elementi di una rappresentazione quasi teatrale dell’agire umano(non per niente Correale è cresciuto entro la staged photography degli anni ’90, di cui però ha abbandonato alcuni aspetti).

Economia, costume, controcultura. Dati statistici, immaginario collettivo, storia sociale. E’ seguendo questo percorso che Danilo Correale conduce la sua indagine, attingendo alla storia recente per farne specchio dell’attualità e contemporaneamente svelandone così le connessioni nascoste. Potrebbe esserci un che di marxiano nel sostenere che l’economia è alla base delle relazioni sociali, ma l’artista non prende posizioni: “Correale è d’accordo con Godard che il compito attuale non è fare film politici ma farli politicamente. Ecco che allora non si tratta di far altro che mostrare i rapporti fra le immagini oppure mettere in scena la lotta delle immagini tra loro” spiega il curatore della mostra Marco Scopini.

In questo caso il fotografo va oltre la fotografia, costruendo una vera e propria istallazione spaziale, mischiando linguaggi differenti, fotografia, acquerello, grafico e verificando in questo modo i limiti tra realtà e ricostruzione.

Artista: Danilo Correale

Titolo: “Goodbye my Darling ”

Curatore: Marco Scotini

Inizio: 28/03/2008

Fine: 06/05/2008

Sede: Franco Riccardo Artivisive

Indirizzo: via Chiatamone 63

Citta: Napoli

 

Naima Morelli

Pubblicato su Teknemedia

 

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